Il coreano è considerato una delle lingue più difficili in cui tradurre, soprattutto da una lingua occidentale.
La lingua coreana è una “isolata”, cioè non inserita in nessun gruppo linguistico. Anche se la lingua condivide alcune caratteristiche con il cinese (molto vocabolario in prestito) ed il giapponese (somiglianze nella struttura della frase), buona parte degli altri aspetti è “diversa”, che sia la sintassi, la grammatica o le inferenze culturali.
Questa guida evidenzia alcune di queste differenze chiave. A causa delle diversità da altre lingue, solo i traduttori più esperti e navigati hanno le capacità di rendere il tuo testo in un documento che sia al contempo accurato e culturalmente sensibile.
Mentre l’italiano e tante lingue occidentali adottano l’ordine soggetto-verbo-oggetto, il coreano è quasi sempre soggetto-oggetto-verbo. Quando si traducono frasi semplici, questo difficilmente crea confusion. Tuttavia, quando le frasi contengono oggetti multipli, (come può spesso capitare), la cosa da enfatizzare si sposta all’inizio della frase. Anche l’oggetto diretto può essere la prima parola o insieme di parole della frase. Un traduttore esperto sa quando spostare un oggetto all’inizio della frase, così che la traduzione suoni naturale in coreano.
Ellissi – uso dei soggetti e degli oggetti
L’omissione di un soggetto o oggetto implica che il contesto sia cruciale. In coreano, il soggetto è quasi sempre tralasciato, richiedendo al lettore di individuare il soggetto guardando all’onorifico che è stato usato nella desinenza del verbo e discernere così, sulla base della gerarchia delle persone menzionate prima nel testo, a quale persona ci si stia riferendo.
L’elisione, o omissione di un soggetto o di un oggetto, avviene il 69,2% delle volte per i soggetti e il 13,8% delle volte per gli oggetti in coreano, mentre in inglese le proporzioni sono 31,5% dei soggetti e 7,7% degli oggetti. La percentuale di omissione del soggetto in italiano, sebbene più alta che in inglese, è decisamente più bassa che in coreano.
La ragione per l’alta percentuale di elisioni in coreano è che le desinenze dei verbi cambiano per via degli onorifici, consentendo al lettore di capire immediatamente chi sia il protagonista della frase semplicemente guardando al modo in cui termina il verbo. Ciò rende il ruolo del verbo più importante del nome del soggetto, diversamente da quanto avviene nella maggior parte delle lingue occidentali. Questa differenza prevede anche che il lettore tenga in considerazione il contesto ad un livello che non è in uso in italiano, uno sforzo che può mettere a dura prova anche i linguisti più preparati.
Nella maggior parte dei casi, in cui i lettori sono in grado di determinare il soggetto di qualsiasi azione o evento, omettere il soggetto nelle frasi in coreano è piuttosto normale per i lettori coreani. (Ad esempio, se un importante funzionario governativo dice: “Io sono molto lieto nell’apprendere che….,” in una traduzione coreana appropriatamente localizzata, il soggetto “io” sarebbe omesso poichè chiunque può capire dal contesto chi sia molto lieto.)
Soggetto non umano
Nelle frasi coreane, certi tipi di soggetti vengono usati raramente. La cultura linguistica coreana presume che il soggetto di certi eventi sia umano. Tipicamente, molte frasi in italiano iniziano con un soggetto come “studio,” “ricerca,” “sondaggio,” “rapporto.” Ad esempio, una frase italiana potrebbe essere “la ricerca mostra chiaramente che l’esperimento è stato verificato….”, ed un buon traduttore coreano modificherebbe la frase così che se letteralmente ri-tradotta in italiano, sarebbe resa con: “un (ricercatore) mostra nella sua ricerca che l’esperimento è stato verificato…” o “secondo la ricerca, l’esperimento è stato verificato…” Modificando il testo in questo modo, la traduzione suonerà naturale al lettore coreano.
Lunghezza della frase
Un buon scrittore italiano farebbe le frasi concise. In coreano invece avviene il contrario, e tutto ciò che è correlato ad una certa cosa sarebbe contenuto in una sola lunga frase. Come risultato, quello che richiederebbe tre frasi per esprimersi in italiano, sarebbe probabilmente una sola frase in coreano. Solo un traduttore veterano saprà collegare diverse frasi su un tema in una frase più lunga in coreano.
Spaziatura
La spaziatura in una frase avviene tra parti invece che tra parole. Per fare un esempio, la casa blu è vicina contiene due parti, “la casa blu” e “è vicina”, così queste sarebbero spaziate “lacasablu èvicina”. Uno spazio mal posto sarebbe considerato un errore.
Onorifici nelle conversazioni dirette
Gli onorifici sono una delle cose più insidiose. Gli stranieri potrebbero passare la loro intera vita adulta nel paese e non coglierli ancora nel modo giusto; eppure, a causa della natura gerarchica della società, il loro uso corretto è il fondamento della lingua e della cultura coreane.
Ci sono due diverse categorie del linguaggio, 존댓말 (jondaemal) e 반말 (banmal), con livelli più alti e più bassi in ciascuna categoria. Quando si parla con un’altra persona, una ha uno status più alto o più basso. Nelle due categorie ci sono sette livelli, anche se oggi ne sono in uso solo quattro: 하십시오 (Hashipshio) – formale cortese; 해요 (Haeyo) – cortese per uso quotidiano; 해라 (Haera) – colloquiale per parlare tra amici; 해 (Hae) – uno stile intimo riservato ad amici stretti o a bambini. Le regole sono piuttosto complesse, e coinvolgono il sapere come rivolgersi a qualcuno e come riferirsi a sè stessi. Solo un linguista che può comprendere pienamente il contesto della fonte italiana userà con sicurezza la forma corretta, mentre un utilizzo sbagliato abbasserà notevolmente la credibilità della traduzione.
Tre sistemi di calcolo
Il coreano ha tre sistemi di conteggio che suonano completamente diversi tra loro, il coreano autoctono, il sino-coreano (basato sul cinese) e l’ordinale che è derivato dal coreano autoctono. L’analogia più prossima nelle lingue occidentali sarebbe sapere quando usare i numeri arabi (1, 2, 3, 4, 5) in quanto opposti ai numeri romani (I, II, III, IV, V). Le cifre del coreano autoctono sono normalmente usate quando si contano persone, oggetti ed anni di età, mentre quelle del sino-coreano sono usate quando si contano i soldi oppure per indirizzi, date e numeri di telefono.
Sapere quale usare quando si traduce è cruciale per confezionare un prodotto appropriatamente localizzato.
Numero
Sino-coreano
Coreano autoctono
Ordinale
0
공 (gong)
영 (yeong)
제로 (jero)
1
일 (il)
하나 (hana)
첫째 (cheot-jjae)
2
이 (ee)
둘 (dul)
둘째 (dul-jjae)
3
삼 (sam)
셋 (set)
셋째 (set-jjae)
4
사 (sa)
넷 (net)
넷째 (net-jjae)
5
오 (o)
다섯 (dah-seot)
다섯째 (dah-seot-jjae)
Slang
Oggigiorno, i coreani seguono attentamente i trend e sono velocissimi nell’adattare nuove parole e nuove abbreviazioni nel linguaggio. I coreani sono estremamente ben connessi sui social network, accelerando così il modo in cui un nuovo termine entrerà in uso. Un buon traduttore deve tenersi aggiornato con questi trend per evitare errori potenzialmente imbarazzanti nella traduzione, soprattutto quando si tratta di pubblicità o testi di pubbliche relazioni.
Uso degli aggettivi
I coreani amano i loro aggettivi.
Gli aggettivi sono più usati in coreano che nelle altre lingue. Ad un lettore straniero potrebbe apparire come ridondanza gratuita. Quindi, un buon linguista che voglia creare un documento che suoni autenticamente coreano, farebbe bene ad ampliare l’uso degli aggettivi con dei sinonimi, tuttavia sempre in modo che suoni naturale al lettore. Inoltre, se da una parte esistono tanti aggettivi sinonimi, ciascuno di essi potrebbe sollecitare una risposta emozionale diversa; , per cui, scegliere l’aggettivo appropriato richiede un traduttore con una particolare sensibilità.
Nomi stranieri
Tradurre i nomi di persona, organizzazioni e prodotti in coreano è una sfida notevole per i linguisti di coreano. Un bravo traduttore di coreano cercherà dapprima il nome su Naver e Daum, i due motori di ricerca dominanti in Corea del Sud, per vedere se esista già una traslitterazione del nome in coreano che sia largamente diffusa. E’ fortemente disapprovato lasciare i nomi stranieri nel loro alfabeto originale, ci si attende piuttosto che si usi una traslitterazione coreana. La traslitterazione dovrà essere fedele al modo in cui il nome è pronunciato nella lingua di partenza. Ciò può diventare insidioso (poichè ad esempio in italiano la corretta pronuncia potrebbe non essere evidente). I suoni di certe lingue, in particolare lo svedese e il portoghese, presentano serie difficoltà alle orecchie dei coreani. La traslitterazione dei nomi è considerata un elemento critico nella traduzione. Il nostro team farà tutto il possibile per generare la corretta traslitterazione.
Alcune organizzazioni straniere (specialmente quelle il cui nome denota chiaramente ciò che fanno), sono tradotte meglio secondo il significato invece che foneticamente, ad esempio la Coalizione per le Innovazioni nella Preparazione contro le Epidemie (CEPI), è tradotta con 전염병대비혁신연합 (CEPI).
Sistema di calcolo
I sistemi di conteggio delle lingue occidentali sono costruiti sulla base delle migliaia, quindi un milione è mille migliaia (1.000 X 1.000), un miliardo è mille milioni (1.000 X 1 milione) e un trilione è mille miliardi (1.000 X 1 miliardo). Nelle lingue asiatiche tra cui il coreano, i numeri sono strutturati sulla base delle decine di migliaia, quindi un milione è concepito come cento volte diecimila (100 X 10.000), e i punti base sono 10.000 (만/mahn), 100.000.000 (억/eok) 1.000.000.000.000 (조/jo), etc. Questo può veramente confondere soprattutto quando si parla di numeri in milioni e oltre. I traduttori devono essere molto attenti quando trattano documenti finanziari perchè sbagliare di uno zero può creare seri problemi.
Konglish
Infine c’è il crescente uso del Konglish, l’adattamento delle parole inglesi nella lingua, ma spesso con significati diversi da quelli che hanno in inglese. Questo porta a bizzarre traduzioni di inglese in Corea come gli strani nomi inglesi dati dall’Organizzazione per il turismo coreano alle proprie campagne promozionali, a cominciare da “Korea, Sparkling” poi “Imagine Your Korea”, e più recentemente “Visit Korea for Me”. Un’altra curiosità, sempre nel settore turistico, è lo slogan per Seul, che prima era “Hi Seoul” e attualmente è “I.Seoul.You”, scelto da una commissione di linguisti, funzionari governativi e privati cittadini.
Altri esempi della tendenza:
“fighting”, che è in realtà una parola di incoraggiamento o di tifo.
Il termine per volante: 자동차핸들 (che è pronunciatajadongcha haendeul, in cui la prima parola vuol dire “auto” in coreano, mentre la seconda è la pronuncia coreana della parola “handle”).
Il termine per spot televisivo: CF광고 (che si pronuncia CFguang-go, in cui CF è l’abbreviazione di “commercial film” quindi “pubblicità” e guang-go è la parola coreana per pubblicità).
Il termine per impermeabile: 버버리 o 바바리 (Burberry) (che si pronuncia beobeolio babali)
La parola per acciaio inossidabile: 스텐 (che si pronuncia seuten, pronuncia coreana per la prima sillaba della parola “stainless steel”).
Una insidiosa è 약속 (appuntamento o promessa) che è comunemente usata per indicare dei piani o anche riunioni. Ultimamente, sempre più coreani usano la parola “meeting” per indicare una riunione di lavoro, mentre altre volte la usano per riferirsi a un appuntamento al buio, cosa piuttosto comune in Corea. Più recentemente, i coreani hanno adottato 소개팅 (introduction-ting) per gli appuntamenti al buio.
Solo un traduttore molto preparato che si tiene totalmente al passo con le ultimissime terminologie saprà quando introdurre un termine Konglish in una traduzione, per realizzare un prodotto finito che risponda alle esigenze del pubblico coreano di riferimento.
Lascia che il nostro team di traduttori qualificati si occupi delle tue esigenze di traduzione in coreano!
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